Lady Frankenstein
Lady Frankenstein
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Mel (Montgomery -?) Welles
Italia 1971
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Conosciuto anche col titolo: La figlia di Frankenstein
Molte fonti attribuiscono erroneamente la regia a Ernst von Theumer
La "New World" di Roger Corman curò la versione per gli Stati Uniti, molto tagliata
Sara Bay (Tania) è Rosalba Neri
Peter Whiteman (Thomas) è Marino Masé
Durata: 99' (94')
027
Film di genere horror tardo-gotico leggermente sexy di grande
interesse filologico per la sua complicata storia distributiva. Ora,
visibile integralmente grazie alla label britannica “Nucleus film”
che ha approntato una corretta edizione in blu-ray.
Il film si inserisce nel filone delle tante rivisitazioni del romanzo
di Mary Shelley: in questo caso è la figlia dell’ambizioso dottor
Frankenstein (scienziato che pasticcia con i trapianti) a portare
avanti gli esperimenti del padre. Neolaureata in chirurgia affronta
la morte del padre, ucciso dalla sua stessa creatura, rivendicando la
bontà delle teorie paterne realizzando un secondo essere mostruoso: se nel
primo caso viene utilizzato il cervello di un assassino, condannato
all'impiccagione, in questa nuova prova utilizzerà il
cervello brillante dell’assistente del dottor Frankenstein ovvero Charles Marshall: anch'esso dottore, fedele e sodale aiutante che nel frattempo si
innamora della bella figlia di Frankenstein e si lascia morire per permettere alla donna di realizzare le sue fantasticherie. Lady Frankenstein pensa che sia l'unico modo per annientare il "mostro" ma nello stesso tempo intravvede anche la
possibilità di creare un perfetto “oggetto” sessuale da
sfruttare per le sue voglie libidinose.
Visto
con gli occhi di oggi si fatica a giustificare interventi di censura
per le scene mostrate, che siano queste violente oppure erotiche, gli
stimoli prodotti risultano piuttosto innocui, invecchiati e
nell’immaginario contemporaneo, questi, stentano a provocare il ben
che minimo effetto pruriginoso o emotivo se non fosse per la presenza
di un incantevole icona “seventies” quale era Rosalba Neri (attrice legata in special modo al cinema di genere italiano). I
dialoghi inciampano sovente in un involontario umorismo, moralista e
pseudo scientifico:
«È l’istinto ha cambiare il mondo, non il pensiero»;
«Creare
la vita non è compito di Dio. Qui sulla Terra, l’uomo è Dio»;
a proposito dell’impiccagione: «Questa non è morte, è omicidio
legalizzato».
Lemmy Ventura
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Paolo Mereghetti, Il Mereghetti - Dizionario dei film 2017, Baldini & Castoldi, Milano 2016
Roberto Poppi, Mario Pecorari, Dizionario del cinema italiano - I film- vol. 4, Gremese, Roma 1996
Fabio Giovannini, Antonio Tentoni, Eros e cinema fantastico, Datanews, Roma 2004
Alessio Di Rocco, in Nocturno, n° 111, novembre 2011