Un film che, nel bene o nel male, non si scorda, non si può scordare, che sia un’immagine oppure una sequenza, una battuta o una sensazione, esso è comunque capace di rimanere impresso nella memoria grazie al suo essere esagerato, folle, assurdo. Fischiato e deriso alla première veneziana dal pubblico e dalla critica che si fa pubblico e che a sua volta si fa critica, rinomata per presunzione tendente all’omologazione urlata: chi più si indigna, urla e sbraita più ha ragione. Invece, il film possiede un proprio valore “autoriale” ricco di quell’energia generata da un piede che non si alza mai dall’acceleratore. Qualunque direzione si intenda prendere si va “simpaticamente” a sbattere. Una libertà totale di narrazione, liberatoria e stimolante. Libertà che denota una certa genialità. “ Non si scherza con i santi” e con ciò che rappresentano, ebbene i simboli nel film sono un elemento determinante e gli elementi che compongono il soggetto sono tre simboli: donna moglie, uomo...